Bellezza, solitudine e trascorrere del tempo vengono ritratti schermati da filtri caldi o in luoghi algidi e desolati, tra minimalismo astratto e influenze surrealiste.
Egor Shapovalov, è un giovane fotografo russo il cui lavoro è guidato da immaginazione e simmetria, nelle sue opere silhouettes emergono da orizzonti abbandonati, figure si incastrano nel paesaggio mimetizzandosi tra i colori di panorami silenziosi, il tutto in un magico gioco cromatico e geometrico che evoca al tempo stesso inquietudine e poesia.
Le creazioni dell’artista, nato nel 1988 a Taganrog, in Russia, fanno emergere tutto il suo talento, le sue opere d’arte hanno infatti un impatto molto forte sul pubblico, dovuto in particolar modo all’insolita atmosfera che pervade ogni scatto. Le ambientazioni sono fuori dal tempo e dallo spazio, e le linee forti e definite sembrano perdere la loro potenza per infrangersi nella dolce leggerezza dell’immagine visiva.
Un’essenzialità che racchiude in sè tutto il sapore delle emozioni, dei desideri, di un vissuto che ogni spettatore vorrebbe scoprire, percepire attraverso piccoli dettagli e colori, i personaggi emergono da sfumature tenui di colore, si fanno spazio nello sfondo e sembrano sussurrare qualcosa, delicatamente, nella penombra di un istante.