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Sirotti 2020 – Sirotti e i Maestri

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A quasi tre anni dalla scomparsa di Raimondo Sirotti (25 settembre 1934 – 1 maggio 2017) la città di Genova rende omaggio a uno dei suoi artisti più significativi del Novecento, con un evento espositivo articolato su due prestigiose sedi, Palazzo Ducale e Villa Croce, così da offrire per la prima volta al pubblico una retrospettiva sulla sua intera produzione, che copre un arco cronologico di circa sessant’anni, a partire dall’immediato dopoguerra fino alle ultime tele.

La sua pittura ora fervorosa d’immagini, ora teneramente franta di luci, come la descrisse Gianfranco

Bruno; il suo naturalismo informale e le sue figure che fermavano il fluire ininterrotto della sensazione che tanto piacquero a Roberto Tassi; la sua arte strettamente fedele a se stessa, come decretò Maurizio

Calvesi; miracolo dell’evanescenza impressa, assestarsi dell’ombra entro il dominio della luce, come ha

scritto Marco Goldin, saranno proposte al grande pubblico nella prima grande retrospettiva.

Presente in moltissime mostre antologiche e protagonista di diverse personali in sedi anche istituzionali, non solo in Italia, di Sirotti viene studiata e proposta l’intera carriera, dagli esordi che vedono un importante momento formativo a Milano alla fine degli anni Cinquanta, fino al successo e ai numerosi incarichi pubblici a partire dagli anni Novanta.

 

Genova, che lo ha visto operare come artista, fortemente impegnato anche nella didattica come docente e poi presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, è la città deputata ad accogliere la grande

retrospettiva di Sirotti: a Palazzo Ducale, per il suo ruolo culturale baricentrico, e a Villa Croce, il Museo d’arte Contemporanea che conserva la più importante collezione di opere degli artisti liguri del XX secolo, nonché sede storicizzata e ampiamente riconosciuta per le più importanti mostre d’arte moderna e contemporanea a Genova.

La curatela vede impegnati Matteo Fochessati e Anna Orlando, storici dell’arte usciti dall’Ateneo genovese e diversamente attivi su più fronti, da quello della ricerca a quello della divulgazione.

Il primo è storico dell’arte contemporanea e curatore della Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura; la seconda è storica dell’arte specialista di pittura genovese del Seicento.

Entrambi sono curatori di mostre e ideatori di iniziative culturali nella propria città e fuori, e insieme

costituiscono un binomio ideale che unisce diverse competenze per una lettura ad ampio spettro dei vari aspetti della figura artistica di Raimondo Sirotti, tra sperimentazione linguistica moderna e

contemporanea e costante confronto con l’arte antica.

 

Il progetto è diviso in due capitoli parimenti importanti e tra loro complementari.

A Palazzo Ducale saranno esposte un centinaio opere a scandire il suo intero percorso creativo: dagli esordi nella seconda metà degli anni Cinquanta, con opere rare a vedersi e in gran parte provenienti da musei, alla svolta artistica improntata negli anni Sessanta dal suo ritorno in Liguria, dall’inizio dell’impegno didattico e dal fondamentale viaggio in Inghilterra; passando poi negli anni settanta-novanta alla definizione di un suo personale “naturalismo astratto”, sino ai toccanti “paesaggi interiori” dell’ultimo decennio del secolo e alle sue opere più recenti.

Si presenteranno in mostra dipinti provenienti da collezioni italiane pubbliche e private. Molti saranno gli inediti conservati nell’atelier del pittore: un materiale prezioso dal quale non si è mai voluto separare, come nel caso degli straordinari album con sketch e appunti.

A fianco di una ricca selezione di opere realizzate per una committenza privata, la mostra documenterà

inoltre la sua intensa attività nel campo della decorazione pubblica.

Oltre alle opere prestate dall’Archivio Raimondo Sirotti che, provenienti dalla collezione privata dell’artista, comprendono eccezionali prove delle sue sperimentazioni giovanili, saranno presenti tutte le principali opere conservate in sedi pubbliche e in musei italiani.

Alle opere “storiche”, pietre miliari per ripercorrere il suo percorso negli anni, saranno affiancate quelle più amate dal collezionismo privato.

 

A Villa Croce verrà indagato in modo totalmente inedito l’importante capitolo delle rivisitazioni dell’arte antica e del rapporto con i grandi maestri del passato, in primis del barocco genovese, ma anche con significativi esponenti del Novecento con cui, in modo più o meno esplicito, Sirotti si è confrontato. Alcune delle opere di confronto saranno scelte dalla collezione permanente del museo, fornendo così una preziosa occasione di valorizzazione di un patrimonio civico.

L’incantevole sede di Villa Croce, che offre come valore aggiunto il suo rapporto stretto con il parco e il suo affaccio sul mare, come coronamento d’eccezione per il tema della natura costantemente al centro della ricerca di Sirotti, sarà letteralmente invasa dalle grandi e piccole variopinte, emozionanti e coinvolgenti tele di Sirotti.

È previsto il rapporto diretto con le opere da cui ha tratto ispirazione – dipinti di Valerio Castello, Anton Maria Vassallo, Giovanni Benedetto Castiglione – e la presenza di opere di forte impatto dimensionale come uno dei due grandi arazzi del Teatro Carlo Felice, ispirati a due dipinti del barocco genovese.

 

In modo ironico, quasi irriverente nei confronti del suo maggiore successo, verrà trattata la fortunata

produzione delle coloratissime tele di grande piacevolezza, figlie di un suo personale astrattismo che prende avvio dalla magia del dato naturale. Una sala dal titolo “Sirotti Pop” renderà conto della sua stagione di maggior successo attraverso proposta di inedito raffronto con la Pop Art di Andy Warhol.

Tra i maestri contemporanei a Sirotti vi è anche il poeta Edoardo Sanguineti, che gli dedicò un sonetto.

Questo incontro tra due artisti significativi per la cultura a Genova verrà indagato in una sala che porta il titolo del sonetto, Vedo verde con uno speciale allestimento fortemente evocativo.

Un’altra sala spettacolare sarà quella che ospita le opere di Sirotti liberamente ispirate alle celebri Ninfee di Monet.

 

L’Accademia Ligustica di Belle Arti, nelle stesse date delle mostre di Palazzo Ducale e Villa Croce propone un evento espositivo dal titolo Uno, nessuno, centomila. Raimondo Sirotti, tra passato e presente, a cura di Giulio Sommariva in collaborazione con i Corsi di Pittura, Disegno e Fotografia, che intende richiamare la sua lunghissima attività di direttore e presidente della storica istituzione genovese, ma soprattutto di docente, e, al contempo, indagare come oggi, pur se derivato da un genere tradizionale e blasonato, l’autoritratto possa rappresentare nuove forme di racconto e di espressione

personale. Dal 2014 la sala dedicata ai ritratti di artisti attivi in accademia come allievi o docenti, dalla sua fondazione fino al Novecento, accoglie l’Autoritratto di Sirotti, docente. Intorno a quest’opera saranno presentate riletture e interpretazioni del tema “autoritratto”, che vedranno il coinvolgimento di docenti e allievi dell’Accademia.

 

All’interno del progetto Sirotti 2020 il Museo Diocesano partecipa esponendo il ciclo della Via Crucis della parrocchiale di Bogliasco, opera eseguita da Sirotti come rivisitazione della Via Crucis del Tiepolo. L’evento espositivo è a cura di Grazia Di Natale e Paola Martini.

Il catalogo, curato da Matteo Fochessati e Anna Orlando è edito da Sagep; accompagna l’evento espositivo e vede coinvolti, oltre ai curatori altri storici dell’arte (Grazia Di Natale, Marco Goldin e Giulio Sommariva).

Nella sede di Villa Croce l’inaugurazione della mostra sarà il 7 aprile (preview per la stampa la mattina dello stesso giorno)

Nella sede di Palazzo Ducale l’inaugurazione sarà il 29 aprile (preview per la stampa la mattina dello stesso giorno)

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