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I furti d’arte più famosi: fra storia, aneddoti e curiosità sull’arte dell’appropriazione indebita

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Fin dalla notte dei tempi i furti d’arte sono stati all’ordine del giorno. Ora, una importante rivista statunitense ha stilato una lunga classifica di quelli più famosi. Ebbene sì. Ci sono furti e furti, non tutti sono passati alla storia. Molti fra misteri e aneddoti, hanno reso l’opera trafugata ancora più famosa. Perché? Sia per il modo che per il motivo per cui sono state portate via dal loro luogo d’origine. Ci sono opere di inestimabile valore che, nonostante tutti i sistemi di sicurezza, sono state trafugate grazie a sotterfugi e vere e proprie magie illusionistiche. Insomma l’arte dell’appropriazione indebita è anch’essa un’ arte. Per questo motivo oggigiorno è ancor più bello scoprire non solo come sia nata una determinata opera d’arte e quale messaggio volesse diffondere il suo autore, ma anche quale storia vi si nasconda dietro e quali aneddoti o leggende metropolitane l’abbiano accompagnata nel tempo.

Perché esistono i furti di opere d’arte?

Rispondere alla domanda sul perché esistano i furti di opere d’arte è un po’ come rispondere al quesito legato alla motivazione che spinge i ladri a rubare. Gli oggetti di valore fanno sempre gola.

Occorre sottolineare che in ambito artistico, vi è un vero e proprio mercato nero di opere d’arte e reperti archeologici che viene equiparato, per i volumi dei traffici, a quello legato alla droga e alle armi. Il giro d’affari che esso produce è inestimabile, ma solitamente si aggira intorno sei miliardi di euro. Una cifra da capogiro. Bisognerebbe calcolare anche tutto il corollario. Trafugare un quadro di Monet piuttosto che la Gioconda o un vasetto proveniente dagli scavi dell’Acropoli di Siracusa ha ripercussioni che non sono solo quantificabili in euro.

Oltre a questo fanno sempre gola a trafficanti e mercanti senza scrupoli le opere d’arte di importanti artisti sia per un ritorno economico, sia per la propria brama di possesso.

La classifica dei furti d’arte più famosi secondo la rivista statunitense

Come dicevamo ArtNews, importante rivista statunitense, ha presentato una classifica dei venticinque più grandi furti d’arte della storia. Per stilare tale elenco sono stati scelti i furti più complicati e ingegnosi. Non sono stati presi in esame, invece, i saccheggi, le spoliazioni o le razzie.

Un esempio? Non si parla, nella classifica, di Napoleone e delle opere, fra cui anche la Gioconda, rubate all’Italia, ma, sempre per tener vivo l’esempio della Gioconda, di quando nel 1911 fu trafugata dal Louvre.

Quali opere sono ai primi 10 posti dei furti d’arte più famosi?

Al primo posto vi sono le 13 opere rubate nel giorno di San Patrizio al museo Isabella Stewart Gardner di Boston. Fra di esse vi sono quadri di: Vermeer, Rembrandt, Manet e Degas. Come è avvenuto il furto? I ladri hanno immobilizzato le guardie e i presenti e hanno trafugato le opere dopo essere entrati armati nell’importante museo della città. Secondo alcuni i ladri hanno regolarmente pagato il biglietto ed estratto le armi solo in un secondo tempo. Nonostante ciò il furto è stato sensazionale.

Al secondo posto vi è il furto della Gioconda dal Louvre. Nel 1911, conoscendo il museo perché vi aveva lavorato, Vincenzo Peruggia rubò la Gioconda portandosela via sotto il cappotto.

Terzo posto per il furto al museo d’Arte di Parigi. Colpevole: Vjeran Tomic che poi raccontò tutto al New Yorker. Passeggiando lungo la Senna, l’uomo notò che le finestre del Museo d’Arte moderna erano simili a quelle di un appartamento in cui era entrato abusivamente anni prima. Andò quindi al museo come visitatore, per studiarle un po’ anche dall’interno. Qualche giorno dopo, intorno alle tre di notte, entrò nel museo, prese il quadro che voleva e un dipinto di Matisse, oltre che un ritratto fatto da Modigliani alla sua musa Lunia Czechowska. Non contento, vista la mancanza dell’allarme trafugò, anche un quadro di Picasso e uno di Braque.

Al quarto posto troviamo, invece, il furto del quadro di Monet intitolato Impressione, levar del sole. Quinto posto per il furto nel museo di città del Messico.

Gli altri furti d’arte: il resto della classifica

  • Nel febbraio 1994,  alla Galleria nazionale di Oslo, venne rubata una delle prime versioni dell’Urlo dipinte dal norvegese Edvard Munch. I ladri entrarono, tagliarono il filo che collegava il dipinto alla parete e prima di andarsene lasciarono perfino un bigliettino. Sopra vi avevano scritto: “mille grazie per la scarsa sicurezza“. Insomma oltre al danno, la beffa.
  • Nel 1994 la Kunsthalle Schirn di Francoforte ottenne in prestito due dipinti di William Turner e uno di Caspar David Friedrich. Il 28 luglio alcuni ladri, che legarono e imbavagliarono due guardiani, li rubarono.
  • Al museo Mohamed Mahmoud Khalil di Giza, in Egitto, la natura morta di Van Gogh. L’opera fu rubata una prima volta nel 1978, e poi ritrovata circa un decennio più tardi in Kuwaitk. Le cose non andarono bene. Il quadro venne rubato una seconda volta.
  • Penultimo posto in top ten per il furto presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna della saliera di Francesco I di Benvenuto Cellini.
  • Ultimo post invece per il furto de La Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio. Il quadro sparì dall’Oratorio di San Lorenzo, a Palermo.

Foto di StockSnap da Pixabay

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