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I Rockefeller si riprendono l’arazzo con Guernica di Picasso e spogliano l’ONU

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La notizia ha dell’incredibile. L’arazzo raffigurante Guernica di Pablo Picasso, torna nelle mani dei Rockefeller. Non lo si potrà più ammirare davanti all’ingresso del consiglio di sicurezza dell’Onu. Cosa sta accadendo? I media mondiali stanno discutendo su questa scelta dei magnati che, a quanto pare, non hanno specificato le motivazioni che li hanno spinti a chiederne la restituzione.

I Rockefeller spogliano l’ingresso dell’Onu: la restituzione dell’arazzo

In queste ore la decisione dei Rockefeller di riprendersi il vasto arazzo rappresentante Guernica di Pablo Picasso sta facendo molto discutere l’opinione pubblica. L’opera da oltre tre decenni troneggiava davanti all’ingresso del consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo scopo di tale collocazione era quello di sensibilizzare i diplomatici sui rischi della guerra. Cosa è cambiato? Come mai è stata presa questa singolare decisione?

Le motivazioni non sono ancora state rese note. La scelta della famiglia Rockefeller è comunque apparsa molto discutibile. Sono tante le polemiche che stanno nascendo in varie parti del mondo da quando si è appresa la notizia.

Commissionato nel 1955 da Nelson Rockefeller e tessuto dall’atelier francese Jacqueline de La Baume-Dürrbach, l’arazzo era stato prestato al Palazzo di Vetro nell’ormai lontano 1984. Davanti a tale opera sono passati, per anni: presidenti, ministri e ambasciatori. Ciascuno di loro, chiamato ad assistere a riunioni per il consiglio di sicurezza è passato davanti a tale opera e ha potuto essere influenzato dal messaggio lanciato da Picasso.

Guernica di Picasso: dove si trova l’originale

Dove si trova invece l’opera originale, ovvero la Guernica di Picasso? Il quadro è custodito nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, in Spagna.

Picasso ha dipinto Guernica dopo aver ricevuto, da parte del governo repubblicano spagnolo, l’incarico di eseguire una tela da esporre all’Esposizione Universale di Parigi nel 1937.

L’artista, all’apice della sua carriera, si è concentrato sulla Spagna dove era in corso una sanguinosa guerra civile. Qui i monarchici, guidati dal generale Francisco Franco, e i repubblicani, hanno dato vita ad uno degli episodi più brutti della guerra. Il bombardamento della città basca di Guernica per indebolire la resistenza, ha causato la morte di più di duemila persone.

Sempre in contatto con la Spagna, Picasso rimane molto turbato dall’accaduto e decide di creare l’opera che gli hanno commissionato proprio su quanto accaduto.

La tela, dalle dimensioni enormi, dipinta in bianco e nero, diventa ben presto l’opera più acclamata di tutto il 900 e un monito per i Potenti.

L’ ingresso dell’Onu: chi prenderà il posto dell’arazzo?

Dallo scorso giovedì il muro cui era appeso l’arazzo raffigurante Guernica di Picasso è vuoto. Il muro, molto probabilmente, non rimarrà spoglio a lungo.

Sono in tanti a ipotizzare una battaglia tra i Paesi membri per avere il privilegio di poter mostrare ai potenti del mondo una delle loro opere più significative. Quale artista avrà l’onore? Ci sono altre opere, come quella di Picasso, pronte a lanciare un messaggio simile a presidenti, consiglieri e ambasciatori?

Guernica è stata scelta per la potenza del suo messaggio e l’importanza del racconto storico carico di dolore. L’opera invita a non voltarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza e a opporsi alla guerra con tutte le forze.

Foto di Almudena Sanz da Pixabay

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