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METAMORFOSI, dentro le tele di Fabio Giampietro

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Riuscire a condurre lo spettatore all’interno di una tela, a perdersi fra simboli, strati di colore, per lo più sfumature di grigio, bianco e nero, non è una cosa da poco, ma per l’artista Fabio Giampietro è una dote naturale che non richiede nessuno sforzo. Artenews ha curiosato tra le tele di questo giovane artista nato a Milano nel 1974. I suoi dipinti sono un concentrato di comunicazione e originalità, simbolismo, funambolici equilibri tra grattacieli e apparente solitudine. Stimolanti opere che non si lasciano semplicemente guardare, ma chiedono ad alta voce allo spettatore di lasciarsi andare ed esplorare con lo sguardo il loro mondo, la loro realtà alternativa o parallela.

Le opere di Fabio Giampietro rappresentano città, vedute di città, vedute vertiginose di città. I tratti ricordano le tecniche dei fumetti, e l’ambiente metropolitano assomiglia alla Gotham City vista secondo la prospettiva del famoso uomo pipistrello, dall’alto. Questo gioco di punti di fuga cattura lo sguardo, lo introietta all’interno del quadro, tra minuscole stradine e grattacieli che svettano verso l’alto. L’equilibrio vacilla, è come se il cuore della città venisse fuori dalla tela, o come se lo spettatore ci si tuffasse dentro. L’intento dell’artista, con queste sue tele di grandi dimensioni, è proprio quello di proporre allo spettatore un diverso punto di vista, un’alternativa per interpretare il mondo secondo una visione altra, o una realtà altra.

In alcune opere si riconoscono elementi architettonici realmente esistenti, impastati tra i bianchi e i neri lavorati con geometrica precisione, ma che si riferiscono a una realtà differente. Pennellate vigorose dove il colore a olio è corposo, perfetto per essere lavorato per sottrazione, creando effetti di chiaroscuro di inquietante realismo. Come se una telecamera inquadrasse la città dal pattino di un elicottero mentre precipita. Vertigine. Le opere Vertigo sono interpretazioni esasperate di città moderne che trascinano lo spettatore tra finestre e tetti, non senza regalare emozionanti brividi. Mancano le persone. O almeno, questo sembra a un primo sguardo, ma la presenza umana si avverte, si percepisce, trasformata in un altra forma vivente, la città che si anima e diventa essa stessa protagonista.

Per informazioni visitare il sito SPAZIO ANNA BREDA

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