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LA MAGIA DELLA FORZA DI GRAVITA’, nella serie di Wakabayashi

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Rocce frastagliate, grotte fantastiche e cascate di ghiaccio, rese uniche e surreali dal colore che sembra gocciolare lentamente. Sono le protagoniste dell’affascinante serie di foto realizzata dal fotografo giapponese, Havato Wakabavashi, intitolata “Gravity”, un progetto nato dalla passione dell’artista nei confronti del fenomeno naturale contro a nessun corpo può sottrarsi, la forza di gravità. Il fotografo ha così deciso di documentarlo attraverso il mezzo fotografico, dando vita a questi scatti che si presentano come follow-up di una precedente serie su vulcani e tifoni.

L’artista ha spiegato a riguardo: “Ho iniziato ad interessarmi alle variazioni lente e organiche della natura, sono sempre stato affascinato dagli elementi naturali dalla crescita impercettibile. Nulla può sfuggire alla gravità”.
Il fotografo si è così promesso di immortalare le manifestazioni più estreme, rare e bellissime della gravità, quelle che non sarebbero altrimenti percepibili nella vita di tutti i giorni.
Lungo le strade solitarie verso il villaggio di Minamimaki, e nei dintorni delle aree costiere vicino Morioka, in Giappone, Wakabayashi ha scorto alcune incredibili e affascinanti scenografie naturali, grazie alle quali ha potuto dar vita ad una serie assolutamente unica ed intrigante.


L’artista ha aggiunto in proposito: “Vi è un ordine naturale che esiste al di fuori delle nostre idee razionalizzate,” scrive sul suo sito web “io mostro l’ordine naturale fotografando questi effetti della gravità, che normalmente non vediamo nella nostra vita quotidiana.” “Sono interessato a quello che le persone fanno nel loro tempo libero, quello che esula dalla loro routine quotidiana.” dice ancora Wakabayashi, ma in realtà sembra più che altro conquistato dal potere onnipotente di Madre Natura. Come ha spiegato: “La natura non ha una volontà libera. Esiste come parte di un ordine universale. La natura è la fonte di un enorme potere, che ci porta sia benedizioni che disastri. Seguiamo dèi o fedi, per entrare in contatto con la sua… sublimità. Esistiamo come parte della natura. Vorrei esprimere la bellezza e la somiglianza che c’è tra le due giustapposizioni di umanità e sublimità della natura.”

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